Birra Lira: Una storia di branding
Siamo stati contattati da un'azienda che produce Birra artigianale: il loro obiettivo è quello di rivedere il posizionamento di marca partendo dal rifacimento del logo che è datato.
La sfida non può che piacerci e ci buttiamo subito nella mischia!
LE RICHIESTE
Davide, il vulcanico imprenditore dietro Birra Lira, vuole pulire il campo e trovare un linguaggio visivo comune per i suoi brand prodotto e per il brand “madre”.
Questa operazione era già stata fatta in passato e la scelta cromatica permetteva già di differenziare i prodotti. Ma, a sua detta, qualcosa ancora non tornava e l'impasto generale risultava sempre troppo pasticciato.
LO STUDIO
Birra Lira nasce dall'idea di ricordare le “vecchie lire” che avevano peculiarità uniche sulla loro iconografia: al netto del numero (1Lira, 2 Lire...) c'erano alcuni simboli specifici come la spiga, il delfino, l'agricoltore...
Questi simboli erano stati utilizzati dalla vecchia impostazione di brand, ma dopo una prima analisi sono risultati troppo complessi da ricordare e senza alcun reale richiamo a un oggetto riconoscibile, come potrebbe essere la vecchia lira: rimando troppo lontano per essere davvero ricordato dal pubblico a cui Birra Lira si rivolge.
Il nostro primo passaggio è stato quindi, quello di proporre catene di brand dove questi simboli sparissero, a favore di una pulizia generale, anche a livello lessicale. Parole come “delfino” o “agricoltore” pescano in un territorio semantico ricco di storia, ma povero di appigli concreti per aiutare il consumatore nel ricordo.
Secondo punto, più grafico, il logo utilizzato fino a quel momento era il risultato di un tracciamento quasi 1:1 della vecchia lira, con elementi di sporco/invecchiamento ben presenti e raster.
Un logo moderno, non può lavorare con questo tipo di imprecisioni ed è necessario pulire tutto sia a livello cromatico (evitare le sfumature), sia a livello tecnico (evitare imprecisioni).
LE PRIME PROVE
Abbiamo quindi proposto a Davide 4 soluzioni a pulizia crescente che facessero bene vedere il lavoro di pulizia.
In tutte e 4 le soluzioni, abbiamo cercato di concentrarci su un particolare e di limarlo nella iterazione successiva.
LA SCELTA
Davide appare sin da subito abbastanza frastornato, ma dopo aver discusso sul motivo di un ventaglio così ampio (e diversificato), riusciamo a trovare il terreno comune su cui muoverci.
Questa soluzione predilige il focus su numero e naming: il primo ritracciato direttamente dalle vecchie lire, il secondo evidenziato da un font pieno di carattere. (Il Condor)
Questa soluzione, anche se da subito preferita, ha bisogno di un nuovo aggiustamento per far fronte alla richiesta, questa volta dettata da precisi obiettivi commerciali, di avere 3 etichette ben distinte e con 3 lire differenti: 1Lira, 2Lire e 5Lire.
Il nuovo passaggio, quindi, deve poter creare una catena di brand pulita, immediata e utile per gli obiettivi che il cliente si è prefissato.
Ricerchiamo quindi una font dalla lettura immediata e con una personalità molto forte (come il Condor) e troviamo nella “Cornucopia” il simbolo di unione tra tutti i prodotti.
Ritracciamo dalle vecchie lire tutti i numeri iconici e li ripresentiamo in chiave pulita e moderna nei tre dobloni di prodotto.
Il logo "madre" (quello senza numero) non era presente nel vecchio ordinamento (perché si prediligeva l'utilizzo dei soli loghi di prodotto) e spighiamo a Davide che risulta utile per tracciare una sorta di rotta futura e per fissare bene le basi su cui si poggia il brand.
CONCLUSIONI
L'obiettivo del lavoro era creare un comparto visivo più pulito, più ordinato e molto più vicino agli stilemi moderni in termini di resa grafica e utilizzo. Le operazioni di "pulizia" sono sempre più delicate di quelle di rifacimento da zero, perchè devono tenere conto di molti fattori, tra cui (e non ultimo), il sentimento di affetto che un proprietario ha nei confronti di qualcosa di così importante come il brand che ha creato da solo.
Il nostro compito è quello di trovare il giusto equilibrio e di ricordarci che lavoriamo per il cliente e non il contrario.
Ogni lavoro di brand design è a se stante e deve seguire il proprio percorso. Di base, però, riteniamo che il buon dialogo, il dialogo sano, senza preconcetti, con il proprio committente sia la strategia migliore da seguire per raggiungere l'ottimo. Un ottimo che è sempre figlio di una visione che si incontra a metà strada e che evita gli estremismi da una parte o dall'altra.