Sambrotta&Partner: una storia di Branding

Oggi vi parliamo di una nuova storia di branding, per un cliente tutto al femminile: Sambrotta&Partner

INCIPIT

Veniamo contattati da EL.PA.CO. Srl per una questione delicata: hanno necessità di rivedere il proprio nome e conseguentemente tutta la parte di branding legata al logo e alla loro immagine, non solo coordinata.

E hanno una certa fretta.

Questo il mood da dove partiamo.

Sara Sambrotta, è una commercialista affermata ed è l'anima della sua azienda: Elaborazione Paghe e Contributi, da qui il loro nome. Certamente non il miglior acronimo che ci sia capitato di leggere, ma non siamo qui a discutere di passato. Dobbiamo discutere di futuro.

<<Devo cambiare tutto e devo farlo in fretta>>, Sara non si perde certo in chiacchiere. La loro necessità è impellente e il cambio di rotta (che aleggiava comunque da tempo) ora è improcrastinabile.

Sara è ben disposta al cambiamento e vorrebbe provare a trovare alternative a <<questo pesante nome>>

Dopo un dialogo approfondito per cercare di capire un po' di più chi è Sara, chi è (e chi vorrà essere) EL.PA.CO, torno in studio con alcuni punti fermi:

-       Anche se l'idea di un naming “concettuale”, le può piacere, è assolutamente conscia del fatto che il suo settore (molto assimilabile a quello degli studi di avvocati/notai in termini di posizionamento) non è ancora pronto a stravolgimenti. Lo soluzioni più “semplici” come “Sambrotta studio commercialista” o “Studio Sambrotta”, o “Sambrotta Associati” non si possono scartare a priori.

-       La sua realtà è la sua vita. Quando parla di quello che fa, c'è una profonda distanza da ciò che EL.PA.CO. trasmette. È un nome freddo e distante, lei invece sprizza passione e cura verso il suo lavoro. Vorrebbe qualcosa che trasmetta questa sua passione, questa sua dedizione.

-       In studio sono tutte donne. Tutte. In effetti, mi sono sentito davvero un po' in minoranza ;)

Anche se non ci aveva mai fatto troppo caso, le abbiamo fatto notare come questo fattore dica molto della sua realtà. Forse è il caso che questa “femminilità”... esca?

-       Niente Blu: troppo serio. Forse, a pensarci bene, troppo...maschile ;) ?

-       Vorrebbe che ci fosse cuore in ciò che diciamo, ma che, al contempo, non fosse frivolo. Sono uno studio molto serio, in fin dei conti.

-       L'idea di un payoff, che al momento manca, potrebbe piacerle.

Come spesso ci capita, la sfida è riuscire a trovare il giusto mezzo tra due estremi. Ma la sfida ci appassiona e ci mettiamo subito al lavoro.

SVILUPPO

Cominciamo con la ricerca di naming “semplici” (“Studio Sambrotta” per intenderci), ma cerchiamo immediatamente di scartare quelli che non hanno un dominio libero. Oggi chiamarsi Azzurro e avere il dominio azzurronuovodueperchelunononcera.it non ha molto senso.

È un lavoro abbastanza macchinoso, poco “creativo” se vogliamo. Ma il ragionamento di Sara è corretto: c'è un tono nel suo settore e uno specifico modo di comunicare che permette di essere riconoscibili, partendo proprio dal naming. Ribaltare le regole, necessita di una forza che forse non abbiamo. Cerchiamo quindi alternative che abbiano un suono gradevole e una correttezza formale oltre che “digitale”. Esaurite le soluzioni più semplici, cerchiamo di portare la mente su lidi più lontani e cerchiamo quindi appigli creativi diversi. Per farlo, ci aiutiamo con uno strumento che a volte può essere utile: il quadrato semiotico.

È una rappresentazione visiva che funziona molto bene quando si lavora con estremi e con contrari e ci sembra davvero il caso.

Completiamo quindi la ricerca di naming scartando le soluzioni creative che sono già state scelte da altri player del nostro stesso settore e ci presentiamo a Sara con alcune interessanti alternative. La nostra proposta si divide essenzialmente in due grosse macro aree: un'area di “realtà/razionalità” (dove Sambrotta&Partner spicca tra tutti) e un'area di “fantasia/sogno” (dove “Demetra”, la dea dell'abbondanza) spicca tra gli altri.

Sara rimane colpita da queste due soluzioni diametralmente opposte, ma per la ragioni di cui sopra (dobbiamo immediatamente posizionarci senza grossi cortocircuiti mentali), la scelta ricade su Sambrotta&Partner.

 

LA SOLUZIONE

Metà del lavoro è fatta, ora arriva la parte difficile ;)

Sulla questione logo le nostre opzioni si moltiplicano a dismisura: ci appoggiamo al solo lettering (come capita spesso nel settore), ci affidiamo ad un segno “animale” (la volpe, il falco...), ci dirigiamo su qualcosa di astratto che richiami ordine e precisione? Parliamo di numeri? Parliamo di cuore o di passione? Dobbiamo riuscire a creare un semplice collegamento con un segno distintivo che non abbassi o non porti troppo lontano il significato del logo.

Una delle primissime opzioni che normalmente si studiano, riguarda l'uso delle iniziali ( in queso caso S&P). Alcune prove non ci dispiacciono neanche troppo, ma non c'è nulla di distintivo. Nulla di unico o di riconoscibile.

Ad un tratto, mentre scriviamo il naming per la centesima volta su un foglio di carta (BENEDETTA CARTA), qualcosa attira la nostra attenzione. Il monogramma tra Sambrotta e Partner. La e commerciale ("&") è un simbolo che ci piace sempre tanto: ricorda una chiave di violino, ha una sinuosità magnetica e ci porta dritti in un universo di professionalità e studio. Di business e di serietà.

Ma la cosa che ci ha stupito è il suo riflesso orizzontale. Quella professionalità, quella serietà riflessa, ci ha aperto a un segno nuovo: nella "&" ribaltata troviamo sia la S di Sambrotta, che la P di Partner che, chiaramente, la stessa "&".

Un solo segno, tre parole. Un solo simbolo, un mondo di significati. Ciò che sulla carta funziona, spesso funziona anche sul digitale, ma dobbiamo trovare i giusti accorgimenti grafici per renderlo appetibile e proporzionato. Ci affidiamo ad una modifica del Baskerville per il monogramma e al Gotham Light per la parte di naming. Utilizzare lo stesso carattere anche per il monogramma, ci avrebbe portati ancor più verso un mood serio e freddo. Mentre utilizzare il Baskerville sul naming, l'avrebbe appesantito troppo. La soluzione che abbiamo adottato è quella che ci ha convinto maggiormente.

Un aggiustamento alla posizione del simbolo rispetto al naming è d'obbligo: ci affidiamo sempre agli strumenti di allineamento (quelli di Illustrator o il Golden Ratio), ma spesso ciò che matematicamente funziona, non funziona per l'occhio umano. È questo è proprio il caso: le curve della & portano l'osservatore in direzioni diverse. Dobbiamo aggiustare la posizione del monogramma perché sia corretta per l'occhio, non per il computer ;)

Ci siamo dilungati un po' sulla ricerca colore: volevamo che traspirasse di femminilità, senza, però, scadere nel “confettoso” o nello “smielato”. La femminilità viene certamente espressa anche dal simbolo stesso: è morbido, sinuoso, avvolgente, quasi materno. Cercavamo un colore che lo accompagnasse in modo non invasivo.

 

Appoggiare poi il payoff appositamente studiato (consulenza strategica fiscale e del lavoro), ci ha permesso di avere una buona base solida per tutto il prodotto. E una base solida anche in termini di posizionamento di marca.

 

 

Dopo alcune prove, pensiamo di aver raggiunto l'ottimo. E, fortunatamente, anche il cliente è molto soddisfatto ;)

 

ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI

  • Non lo ripeteremo mai abbastanza: ascoltate il cliente. La sua storia, il suo modo di approcciarsi al lavoro (e a voi) possono essere tutti utilissimi segnali per aiutarvi nella ricerca dell'ottimo.
  • Tutti vogliono fare un “bel logo”, anzi: vogliono fare il logo più bello. Ma non è mai questione di bello o brutto. È questione di giusto o sbagliato. Guardate al settore dove state per confrontarvi, guardate alla “comunicazione media”, ai simboli, al mood generale. E solo aver capito dove siete, cercate di capire quanto lontano potete andare.
  • La tecnica è importante, ma attenzione all'occhio. È solo l'occhio che poi decodificherà il vostro simbolo. Di strumenti per realizzare qualcosa di “geometricamente corretto” ce ne sono molti, ma non tralasciate quello che vi suggerisce la vostra esperienza.
  • Non fermatevi al logo, anche se venite pagati solo per quello. È importante per il cliente (ma anche per voi) capire le possibili declinazioni del vostro logo. I tanto bistrattati mockup sono uno strumento a valle molto utile per capire se il logo ha o meno qualche applicazione debole o meno debole. Pensatelo in un sito, pensatelo su una brochure. Il logo, oggi più che mai, non si ferma certo alla vostra schermata di Illustrator ;)

 

Se avete bisogno di consulenza fiscale e cercate un ambiente dove l'attenzione per il cliente, è sopra ogni cosa, vi consigliamo di contattare Sara Sambrotta ;)

Se avete bisogno di rivedere la vostra immagine, Invasione Creativa è sempre a disposizione!

A presto per una nuova #storiadibranding!